Ballerine di colore e scarpette
Nella danza classica sono sempre di più le ballerine di colore
Al giorno d’oggi sono sempre di più le ballerine di colore che raggiungono il successo all’interno del mondo della danza classica: basta pensare a Misty Copeland, la farfalla nera, prima étoile afroamericana a ricoprire un ruolo principale nell’ American Ballet Theatre di New York, a Janelle Figgins, Ingrid Silva e tante altre.
Sono sempre esistite meravigliose e talentuose bellezze esotiche nel mondo della danza ma, come in tanti altri ambienti, l’uguaglianza razziale è stato ed è tutt’ora un percorso lastricato di spine.
La testimonianza arriva proprio dalle grandi compagnie di ballo che, dagli anni 70 in poi, hanno dovuto far colorare le scarpette alle ballerine di colore che volevano andare in scena: si trattava di un rituale complicato, quello della colorazione, che richiedeva a volte ore di lavoro, a causa della meticolosità richiesta nel pitturare punte, pieghe e nastri compresi.
Possibile grazie a fondotinta dalle sfumature più scure, la colorazione avvieniva tramite la famosa tecnica chiamata panckacking, che non eludeva però l’errore di indurire le punte, a causa della non adattabilità delle tinte per scurire le scarpette.
Le prime scarpette ‘dedicate’
Solo nel 2018 però Gaynor Minden, uno dei più famosi produttori di punte, ha messo in commercio le prime scarpette in varie gradazioni rispetto all’European Pink da sempre calzato ai piedi delle ballerine: si trovano nelle sfumature cappuccino, moka ed espresso, con i rispettivi collant, nastri ed elastici abbinati.
Un passo importante, che nasce da un’esigenza ben radicata di uguaglianza e che ha dato il via ad altre case di produzione come la londinese Freed of London nella creazione di varie colorazioni.
Molte sono le ballerine che hanno sfoggiato e ringraziato il brand per aver creato delle punte adatte a loro, tenendo conto delle differenze di genere.
Tra le tante spiccano Michaela De Prince che sulla copertina per Harper Bazaar Nederland sfoggia le punte Gaynor Minden in uno scintillante vestito di Gucci.
di Marta Boraso
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